Tecnica pittura a Tempera e il Guazzo

La pittura a tempera

(dal latino Temperare – mescolare) è una tecnica che si avvale dell’uso di un colore preparato mescolando pigmenti in polvere con un legante formato da un’emulsione in fase acquosa.

(parti oleose in minoranza che “nuotano” sospese in forma di piccole gocce nell’acqua).

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Tecnica che consiste nel “temperare” (diluire) il colore con acqua e sostanze proteiche quali uovo, colla, latte o cera.

Il supporto può essere di vario genere, come tavole, tele o carte; questo viene preparato con l’imprimitura che consta di uno o più strati di gesso e colla sul quale si andrà poi a dipingere.

La stesura del colore a tempera, soprattutto su tavola, richiede una mano veloce e sicura. La tecnica della pittura a tempera cambiò notevolmente nel corso dei secoli. Comunemente si dipingeva per sovrapposizione di colore, poi, tra il XIII e il XV secolo ci si avvalse di un disegno preparatorio sul quale già si venivano a determinare le ombre e i chiaroscuri.

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Come si legge su Il libro dell’arte di Cennino Cennini, dal Trecento non si stendeva più ogni colore singolarmente, ma si preparavano e si stendevano tutti i colori zona per zona, procedendo alla stesura delle diverse tonalità coloristiche. Nella seconda metà del Quattrocento si sviluppò l’uso della velatura, il colore prendeva corpo grazie alla stesura sovrapposta di pennellate semitrasparenti.

Il ricettario di colori a tempera è estremamente vario; le tonalità cambiano a seconda del legante con cui si sceglie di mescolare i pigmenti. Questa tipologia di tecnica, comparsa in Europa nel XII secolo, fu la tecnica pittorica più utilizzata nel Quattrocento e Cinquecento su tavola, è stata in parte soppiantata dall’utilizzo della pittura ad olio, ma in realtà le due tecniche si trovano soventemente associate.

Il guazzo

Il guazzo (noto anche nella forma francese gouache, ma che etimologicamente è connesso al germanico wizzard, “acqua”, e all’italiano guado) è un tipo di colore a tempera reso più pesante e opaco con l’aggiunta di un pigmento bianco (per esempio biacca o gesso)mescolato con la gomma arabica (un tempo era preferita la gomma adragante).
Il risultato è appunto un colore più opaco e più luminoso rispetto al normale colore a tempera.
Il termine può anche indicare sia la tecnica di pittura che i dipinti eseguiti con questo tipo di colore.

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Si diffuse in Francia nel XVIII secolo, anche se di origine più antica essendo già in uso nell’Europa del XVI secolo, ed era utilizzato soprattutto per i bozzetti preparatori dei lavori a olio.
Il guazzo infatti, visto ad una certa distanza, somiglia alla pittura a olio e asciugandosi prende un tono perlaceo per il bianco che contiene.

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